E’ TEMPO DI AVVENTO

E’ TEMPO DI AVVENTO

In occasione dell’Avvento 2012

Carissimi fratelli,

questa mio messaggio è per ricordare a ciascuno di Voi che stiamo entrando in un periodo magico ed affascinante dell’anno, periodo di grande speranza per tutti gli uomini e certamente per i cavalieri.E’ tempo di Avvento (adventus) e cioè di venuta.

La storia la conosciamo. Una coppia di giovani israeliti sta tornando nella terra dei genitori, a Betlemme  a causa del censimento voluto dai Romani. Dopo un lungo viaggio, parte a piedi e parte sull’asinello lungo strade affollate e polverose, Giuseppe e la sua sposa hanno finalmente raggiunto la meta. Maria, così si chiama lei, è incinta.

Il viaggio è stato pesante. Certamente Maria avrebbe preferito non fare un viaggio di circa cento chilometri, non in quel modo, non in quelle condizioni, e poi per i censimento! Forse avrebbero preferito qualche comfort. Lo stesso viaggio,da Nazareth a Betlemme, fatto oggi, in una comoda autovettura con aria condizionata, non sarebbe un problema. Giunti a Betlemme, finalmente, il meritato riposo: un albergo, un letto, acqua per lavarsi. Invece no! A Betlemme tutto è già preso. Anche l’ultima la più infima locanda non ha più posto. Per loro non resta che trovare rifugio in una grotta. Anche perché le doglie stanno iniziando.

Possiamo immaginare quanto dispiaciuta possa essere stata Maria: vedere nascere il figlio lontano dalla famiglia, dai parenti e poi in quelle condizioni. Non una linda cameretta, non un lettino, non copertine ricamate. Neppure la presenza della mamma, conforto da sempre delle partorienti. L’unico “letto” a disposizione è un mucchio di fieno. Scarsa l’ illuminazione. Nullo il riscaldamento. A Dicembre in Palestina non fa caldo ed una stufa sarebbe andata certamente bene. Invece l’unico tepore possibile, l’unico a disposizione in quella limpida e fredda notte, è quello prodotto da un bue e da un asino presenti nella grotta.

Il neonato, cui verrà imposto il nome di Gesù, lo sappiamo, è il Re dei Re. Ciò rende l’evento ancora più misterioso. Egli avrebbe potuto scegliere di nascere in una famiglia ricca, di avere una culla con lenzuola di seta, domestici a disposizione tutto intorno…invece niente di tutto questo. Gesù aveva già deciso. Nascerò in una stalla.

… e fu che il Re dei Re nacque in una stalla…

Comunque anche Lui opera delle scelte. Si scelse infatti la madre, e che madre: una donna giovane, pura, umile, onesta, religiosa. Lo stesso dicasi per il padre terreno, quello che noi abbiamo sempre chiamato “padre putativo”: un giovane lavoratore, umile, religioso, onesto. Queste le sue scelte. Gesù non sceglie di nascere a mezzogiorno, in un giorno mite, primaverile, in una casa lussuosa, in una famiglia di re ma a mezzanotte di uno dei giorni più freddi e bui dell’anno.

Questo già ci dice che Gesù adotta una scala di valori nuovi, diversi, dirompenti.

Di questa nascita e delle sue modalità posiamo forse dire che si è trattato di un caso? Di una coincidenza? Trattandosi del nostro Signore non credo proprio. Gesù, il Dio fattosi uomo, inizia a darci insegnamenti fin dal momento della sua venuta sulla terra. Ci insegna il valore ed il senso dell’amore vero, disinteressato, della modestia, dell’umiltà e della mitezza. Questi sono i valori che esprimono ed irradiano Maria e Giuseppe, le persone che lui ha scelto per dare inizio alla sua vicenda terrena.

Il volto di Maria, Nostra Signora, nella immaginazione di Franco Zefirelli

Maria ha forti motivazioni ed una fede incrollabile e per questo accetta la gravidanza, il peso del viaggio, un parto dai contorni miseri e soprattutto il fardello di una vita difficile. Lei comprende appieno, prima di altri, il mistero e la ricchezza di questa nascita: atto grandioso non solo per lei ma per l’Umanità a venire.

Gesù non ha mai amato trionfi e trionfalismi e la sua nascita ne è una anticipazione. Il suo messaggio, testimoniato dalla sua intera vita, non lo indirizza a eruditi, a cultori di esoterismo. Il Vangelo si presenta comprensibile e chiaro ai più, ma non per questo modesto o meno grandioso. “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua (Matteo, 16, 24,)”.

Sulla mangiatoia, nella stalla non sono necessarie torce o lumi particolari a dare risalto all’evento. Agli occhi di chi ricerca la verità, la via è già illuminata. E’ Lui, vera luce, a squarciare le tenebre ed illuminare il mondo intero. Gesù non ci ha lasciato nulla di scritto come per dirci che per raggiungere le più alte vette della compassione, dell’amore, non è necessario sapere scrivere. L’Amore cristiano non si scrive ma si pratica. Non è infatti della conoscenza ma della sapienza che godono i benedetti da Dio.

Gesù ci ha fatto capire che per crescere spiritualmente la purezza d’animo, l’umiltà, l’onestà, l’obbedienza, la giustizia sono virtù essenziali. Non è un caso che questi valori di vita cristiana siano anche i modelli per una vita “cavalleresca”. Da Maria, la Nostra Signora, noi impariamo come con un “si” sia possibile avvicinarsi a Dio.  Ricordiamoci che senza quel “sì”, incondizionato, senza avere risposto alla sua chiamata, non è possibile sperimentare appieno l’amore di Dio. Ricordiamoci di chi ha bisogno, ricordiamoci che essere Cavaliere del Tempio vuol dire avere più doveri, vuole dire ricordarsi ogni giorno di quel “si” pronunciato in chiesa, dinnanzi a Dio, alla presenza dei confratelli.

Esultiamo quindi, fratelli, in questo periodo di avvento che sta per condurci al Santo Natale. A breve, dalla mangiatoia, approssimativamente vestito, il Bambinello ci guarderà negli occhi e ci benedirà.

2018-01-05T20:32:03+01:00 06 Dicembre 2012|VARIE|