
Il venerdì Gesù spira, muore ma non per andarsene. In realtà, in sintonia con il pensiero di Paolo, anche noi possiamo dire: «L’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con Cristo» (Rm 6,6). Siamo giunti al termine della Quaresima, un lungo periodo di vita semplice, di riflessioni, di conversione che ci permette di dire: «possiamo camminare anche noi in una vita nuova» (Rm 6,4).
Attorno a noi sofferenze, miserie, le guerre, le pandemie, la povertà, mille ragioni per essere tristi; tuttavia, noi abbiamo una certezza: noi sappiamo che possiamo rinnovarci ad immagine di Cristo (Col 3,10).
L’uomo nuovo che vogliamo essere e che possiamo essere non si lascia trascinare e dominare dall’indifferenza, non ha un cuore arido, non si dimentica dei figli, non si dimentica dei genitori, dei poveri, ma soffre con chi soffre e porta il suo sorriso, il suo amore, il suo aiuto a chi ne ha bisogno.
La pace, la sicurezza, l’amore che cerchiamo e proponiamo a chi ci sta dinnanzi si trovano nel Cristo, crocifisso e risorto. Questa è la forza, l’energia che assumiamo dal Cristo che risorge nel giorno di Pasqua.